Articolo precedente 🏰 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐞𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐋𝐮𝐜𝐜𝐚: 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐥𝐜𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐨𝐬𝐜𝐚𝐧𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐯𝐢𝐠𝐧𝐞, 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐞𝐳𝐳𝐞 𝐞 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞𝐧𝐝𝐞 Adagiato con grazia su un colle di 162 metri, tra le carezze della Lucchesia e i profumi della Valdinievole, Montecarlo di Lucca si svela come un piccolo scrigno di storia, vino e poesia. Questo borgo toscano, con poco più di 4.000 anime, domina con eleganza la pianura sottostante, osservando silenzioso il lento fluire del tempo e della vita. Montecarlo non è solo un nome, è un racconto: di guerre medievali e di imperatori, di filari di vite e olivi che si arrampicano dolcemente lungo le pendici, di memorie scolpite nella pietra e nei calici. Qui nascono due gioielli enologici, il Montecarlo bianco e il rosso di Montecarlo, entrambi fregiati del marchio DOP. Sono vini che sanno di sole e di storia, figli di un terroir unico e di mani sapienti. A unirli, la “Strada del vino e dell’olio di Lucca, Montecarlo e Versilia”, un percorso sensoriale e culturale inaugurato nel 1999, che attraversa paesaggi da cartolina e racconta il cuore agricolo della Toscana. Ma Montecarlo è anche geografia viva, segnata da contrasti armoniosi: la Lucchesia, pianura irrigua dove il mais regna sovrano, e la Valdinievole, punteggiata di serre come piccoli templi moderni della floricoltura. A cavallo tra questi due mondi, il colle montecarlese si erge come ponte ideale tra tradizione contadina e bellezza naturale. Tra le sue frazioni, San Giuseppe, a circa due chilometri dal centro storico, offre una quiete agreste e una comunità di circa 650 abitanti. San Salvatore, invece, si apre verso la Valdinievole, accarezzata dal passaggio della linea ferroviaria Lucca-Firenze, testimone del movimento tra passato e futuro. E poi ancora Turchetto e Gossi, Luciani e Micheloni, fino a San Piero in Campo, dove la pieve omonima custodisce la memoria struggente di un antico borgo spazzato via dalle guerre medievali, ma mai dal ricordo. E parlando di guerre, Montecarlo nasce da una ferita e da un atto di rinascita. L’antico borgo di Vivinaia, alle pendici del colle, fu distrutto dai fiorentini nel 1331. Ma come la fenice che rinasce dalle proprie ceneri, Lucca decise di rifondarlo sulla sommità del Cerruglio. Nel 1333, quel nuovo insediamento prese il nome di Montecarlo, in omaggio a Carlo di Lussemburgo, futuro imperatore, Carlo IV che aiutò i lucchesi a liberarsi dal giogo pisano. Sulla vetta del colle, la Fortezza del Cerruglio veglia ancora, austera e solenne, su queste terre di confine. Fu da lì che Castruccio Castracani, signore di Lucca e stratega leggendario, guidò le sue truppe alla vittoria nella battaglia di Altopascio del 1325. In seguito, la rocca fu ampliata da Paolo Guinigi, altro grande nome della storia lucchese, e poi dai fiorentini, che la trasformarono in un bastione del potere granducale a partire dal 1437. Montecarlo è questo: un luogo dove la bellezza si mescola alla resilienza, dove ogni pietra ha una voce, ogni vigna una memoria. È una terrazza sull’anima della Toscana, dove passato e presente si danno la mano sotto il cielo largo e luminoso della campagna lucchese. Un borgo piccolo, ma con il cuore vasto come le sue colline. ——— 𝐒𝐞𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐆𝐮𝐢𝐝𝐚 𝐓𝐮𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚? 𝐎𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐢 𝐓𝐨𝐮𝐫? 𝐎𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐢 𝐕𝐢𝐬𝐢𝐭𝐞 𝐆𝐮𝐢𝐝𝐚𝐭𝐞? 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐢 ——— #riccardofranchini_montecarlo #riccardofranchini_toscana