Articolo precedente ๐ท ๐๐ข๐ซ๐จ๐ฅ๐๐จ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐ซ๐๐๐ ๐ง๐๐ง๐: ๐ข๐ฅ ๐ฌ๐๐ฉ๐จ๐ซ๐ ๐๐ง๐ญ๐ข๐๐จ ๐๐ข ๐ฎ๐งโ๐๐ซ๐ญ๐ ๐ง๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐. Cโรจ un insaccato che affonda le sue radici nella storia rurale della Garfagnana, una terra dove la montagna detta legge e la cultura contadina ha saputo trasformare ogni parte del maiale in un piccolo capolavoro gastronomico. Parliamo del biroldo, un salume che, piรน che un cibo, รจ un racconto di fatica, ingegno e tradizione. In unโepoca in cui nulla andava sprecato, il maiale era il centro della dispensa contadina. Si diceva che โdel maiale non si butta via nienteโ, e mai detto fu piรน vero nel caso del biroldo. Questo insaccato, morbido e speziato, nasce proprio dalla necessitร di impiegare le parti meno nobili dellโanimale testa, cuore, lingua, cotenne, e in alcune varianti persino il polmone donando loro una nuova vita sotto forma di un impasto saporito e profumato, arricchito dal tocco magistrale delle spezie locali. La preparazione del biroldo รจ unโarte che richiede pazienza e perizia, tramandata per generazioni, spesso affidata alle mani esperte delle donne di casa, custodi dei segreti norcini. Il processo รจ lungo e minuzioso: si parte dalla bollitura della testa del maiale per diverse ore, fino a renderla tenera e facilmente lavorabile. Una volta disossata, la carne viene sminuzzata con precisione quasi chirurgica e mescolata con sangue, sale, pepe e un trionfo di spezie che rendono unico ogni biroldo. Il finocchio selvatico รจ la firma inconfondibile di questo insaccato, ma ogni famiglia aveva (e talvolta ancora ha) la sua personale alchimia di sapori: chi abbonda con la noce moscata, chi osa con una punta di cannella o anice stellato, chi aggiunge un soffio dโaglio. Il tutto viene poi insaccato nella vescica o nello stomaco del maiale noto localmente come buzzetto per essere nuovamente bollito e, infine, lasciato raffreddare sotto pressione, cosรฌ da eliminare il grasso in eccesso e ottenere la giusta consistenza. Una volta pronto, il biroldo si presenta come una pagnotta rotonda, dal colore bruno-rossastro e dal profumo intenso, quasi ipnotico. Al taglio, la fetta si mostra compatta ma morbida, con le spezie che danzano tra le note ferrose del sangue e la dolcezza della carne lessata. In bocca รจ una sinfonia equilibrata, dove il sapore deciso non sovrasta mai lโeleganza delle spezie. Tradizionalmente, il biroldo si gusta affettato spesso, accompagnato da un pane rustico come quello di castagne o di patate, che ne esalta la morbidezza e la complessitร aromatica. Ma cโรจ chi lo ama scaldato in padella, magari servito con una polenta di neccio, in un connubio che richiama i pasti semplici e robusti di un tempo. Eppure, nonostante il suo fascino ancestrale, il biroldo ha rischiato di scomparire dalle tavole. Per anni รจ stato considerato il simbolo di un passato povero, un ricordo dei tempi in cui si mangiava ciรฒ che cโera, senza troppe scelte. Gli anziani della Garfagnana, ancora oggi, storcono il naso al solo sentirlo nominare, memori di stagioni dure in cui il biroldo non era una prelibatezza, ma una necessitร . Ma come accade spesso con i sapori autentici, il biroldo ha saputo riconquistare il suo spazio, grazie alla passione di pochi artigiani e al sostegno del ๐๐ซ๐๐ฌ๐ข๐๐ข๐จ ๐๐ฅ๐จ๐ฐ ๐
๐จ๐จ๐, che ha riunito i produttori locali in unโassociazione per proteggerne la tradizione e promuoverne la conoscenza. Oggi, lo si trova ancora in macellerie selezionate della Garfagnana e, con un poโ di fortuna, in alcune cittร toscane vicine a Lucca. Assaporare un biroldo significa compiere un viaggio nella storia gastronomica di una terra fiera, fatta di boschi e borghi arroccati, dove il cibo era (ed รจ ancora) espressione di cultura e identitร . ร il simbolo di unโarte norcina che resiste, un salume che parla di mani sapienti, di tempi lunghi e di sapori veri. Cosรฌ, se vi trovate tra le montagne della Garfagnana, lasciatevi tentare: cercate il biroldo, fatelo scivolare sulla lingua, chiudete gli occhi e lasciate che il gusto vi racconti una storia antica, intensa e, soprattutto, indimenticabile. Quello in foto รจ quello che ho degustato al ๐๐๐๐๐ก๐ข๐จ ๐๐ฎ๐ฅ๐ข๐ง๐จ ๐ ๐๐๐ฌ๐ญ๐๐ฅ๐ง๐ฎ๐จ๐ฏ๐จ ๐๐๐ซ๐๐๐ ๐ง๐๐ง๐ #Riccardofranchini_storie_di_cibo