🎨 𝐋𝐢𝐯𝐨𝐫𝐧𝐨. “𝐂𝐚𝐝𝐚𝐯𝐞𝐫𝐨𝐧𝐚” 𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐨𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨? 𝐈𝐥 𝐦𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐲𝐳 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀. Livorno ha un nuovo volto, o forse sarebbe meglio dire un nuovo corpo: monumentale, fragile e potente allo stesso tempo. È la figura femminile che Aryz, al secolo Octavi Arrizabalaga, ha dipinto con il suo stile inconfondibile sulla grande parete cieca di via Strozzi, nel cuore del quartiere Venezia. Un’opera che non è passata inosservata. C’è chi l’ha accolta con entusiasmo, affascinato dai colori vibranti e dalle forme anatomiche che si dissolvono e si ricompongono in una danza visiva. E poi c’è chi, al contrario, ha storto il naso, vedendo in questa mastodontica presenza un’intrusione fuori luogo nel tessuto storico della città. È proprio da questi ultimi che nasce il soprannome provocatorio: Cadaverona. 𝐈𝐥 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐲𝐳 𝐧𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 Nato a Palo Alto nel 1988 ma cresciuto artisticamente a Barcellona, Aryz ha portato il suo segno in giro per il mondo. Dai primi graffiti nelle aree industriali abbandonate, fino ai grandi murales che hanno trasformato interi edifici in opere d’arte, il suo stile si è evoluto mantenendo però una costante: la rappresentazione del corpo umano come luogo di tensione e metamorfosi. Negli ultimi anni, l’artista ha ridotto il numero di murales, scegliendo con attenzione i progetti a cui dedicarsi. Dopo installazioni a Bologna e Torino, Livorno segna il suo debutto toscano su grande scala. 𝐀𝐫𝐭𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚: 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨 𝐨 𝐝𝐨𝐧𝐨? Le polemiche non sono certo una novità quando si parla di arte pubblica. L’intervento di Aryz non si limita a riempire uno spazio vuoto, ma lo trasforma in una provocazione visiva che costringe lo spettatore a una reazione. È un’opera che impone la sua presenza, impossibile da ignorare. Alla fine, Cadaverona o capolavoro, la sua forza sta proprio qui: nell’essere viva, ingombrante, sfacciata. Un segno che non si dissolve nel paesaggio, ma lo ridefinisce. #riccardofranchini_Livorno

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