🍷 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 non è per chi mangia col tovagliolo piegato a triangolo. È una città che odora di sugo, di trippa, di brace. Che ti guarda mangiare e capisce subito chi sei. I piatti veri non stanno nei ristoranti con vista. Stanno tra le mani unte, i cucchiai sbeccati, i tavoli di legno con le tovaglie che non fanno scena. 𝐄𝐜𝐜𝐨 𝟓 𝐩𝐢𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐟𝐢𝐨𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐢 che raccontano la città per quella che è: concreta, carnale, e mai accomodante. ⸻ 𝟏. 𝐋𝐚𝐦𝐩𝐫𝐞𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 – 𝐈𝐥 𝐩𝐚𝐧𝐢𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐠𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐫𝐢 Il quarto stomaco della mucca, lessato, affettato sottile, affondato nel pane croccante bagnato nel brodo. Magari con una salsa verde che ti sveglia la lingua. Lo mangi in piedi, senza vergogna. È Firenze che ti entra in bocca e non chiede permesso. ⸻ 𝟐. 𝐑𝐢𝐛𝐨𝐥𝐥𝐢𝐭𝐚 – 𝐏𝐚𝐧𝐞, 𝐜𝐚𝐯𝐨𝐥𝐨 𝐞 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚 Non è una minestra. È un concentrato di fame antica, cavolo nero, fagioli e pane duro. Si fa il giorno prima, si ribolle il giorno dopo. Perché da queste parti il tempo non si spreca, si cucina. E il giorno dopo, è sempre più buona. ⸻ 𝟑. 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐛𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 – 𝐂𝐢𝐩𝐨𝐥𝐥𝐞 𝐞 𝐝𝐢𝐠𝐧𝐢𝐭𝐚̀ Una zuppa di cipolle che non si finge francese. Dolce, intensa, fatta con cipolle stufate a lungo, pane tostato e, se capita, un uovo sopra. È un piatto antico, povero, che non chiede niente se non di essere ascoltato mentre ti scalda l’anima. ⸻ 𝟒. 𝐁𝐢𝐬𝐭𝐞𝐜𝐜𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐅𝐢𝐨𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚 – 𝐂𝐫𝐮𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 Alta, rossa, viva. Non si gira troppo, non si cuoce a lungo, non si chiede ben cotta. Si mangia come viene, con rispetto e le mani pronte. Non è solo carne: è un test. Se la capisci, sei dentro. ⸻ 𝟓. 𝐓𝐫𝐢𝐩𝐩𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐅𝐢𝐨𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚 – 𝐒𝐮𝐠𝐨 𝐫𝐨𝐬𝐬𝐨, 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚 𝐧𝐮𝐝𝐚 Tagliata fine, cotta lentamente nel pomodoro, spolverata con Parmigiano e servita calda come un insulto in dialetto. La trippa è cibo da strada, da popolo, da gente che lavora. E da chi ha il coraggio di non voltarsi dall’altra parte quando il piatto parla chiaro. ⸻ #riccardofranchini_firenze #riccardofranchini_toscana #riccardofranchini_piatti