Articolo precedente 🍷 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐂𝐚𝐜𝐜𝐢𝐮𝐜𝐜𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐥𝐢𝐬𝐜𝐡𝐞. Succede sempre così. Una sera qualunque, una giornata tranquilla, e poi lei sentenzia: “Oggi mi mangerei un bel cacciucco.” Nessun problema. Ci sta. Ma poi arriva il colpo di grazia. “Però senza lische.” La guardo come si guardano le onde quando il mare cambia improvvisamente umore. Un cacciucco senza lische? Lo ripeto dentro di me, come per convincermi che esistano davvero queste due parole messe insieme. Silenzio e nell’aria il peso di un’eresia inaccettabile. Cacciucco senza lische? Sarebbe come il porto senza i gabbiani, Livorno senza il mare, tifare Lucchese senza una bestemmia. Potrei iniziare un dibattito. Potrei citare i pescatori, le nonne, la storia, la poesia della lisca in agguato sotto il polpo. Potrei dire che il cacciucco è una sfida, non solo un piatto. Ma so già che non cambierà idea. “Vabbè, vediamo se esiste un posto che lo fa.” E incredibilmente… esiste. Una trattoria discreta, incastrata tra vicoli e appartamenti, trattoria vera e un profumo nell’aria che ti fa venir fame anche se hai già mangiato. Ci sediamo, e io, con la voce di chi sta per commettere un piccolo tradimento, chiedo: “È vero che fate il cacciucco senza lische?” Il cameriere non batte ciglio. Annuisce, come se fosse la cosa più normale del mondo. “Certo, Stesso sapore, zero pericoli.” Resto interdetto. Qui non si scherza. Qui non si parla di compromessi, di versioni addolcite per turisti. Qui il cacciucco senza lische è una realtà consolidata. Arriva il piatto. Scuro, profondo, profumato. Lei affonda il cucchiaio e sorride. “Perfetto.” Lo assaggio anch’io. E lo devo ammettere: è buono. Il sapore del mare c’è tutto. Manca solo quella piccola tensione, quell’attimo di esitazione prima di addentare un boccone, manca l’eleganza del succhiare lisca e polpa bianca. Forse è un’altra cosa. Forse è semplicemente un’evoluzione. Forse è un cacciucco pisano. P.S. In abbinamento scagliozzi fritti. #Riccardofranchini_storie_di_cibo