Articolo precedente 🍷 𝐂𝐫𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐅𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢𝐧𝐢. Se c’è una cosa su cui i toscani non transigono oltre al vino buono e all’arte di lamentarsi per qualsiasi cosa, è il cibo. E tra le gemme della loro tradizione culinaria, brillano con luce propria i crostini toscani con i fegatini di pollo. No, non sono semplici crostini. Sono un rito, un simbolo, una dichiarazione d’amore alla cucina rustica e senza fronzoli. Chiunque abbia mai messo piede in Toscana sa che non si può scampare al loro richiamo. Ti siedi in un’osteria, ordini un antipasto misto, ed eccoli lì, trionfanti, a sfidare il tuo palato con il loro sapore deciso. I crostini toscani non si presentano con garbo: loro irrompono sulla scena, conquistano il tavolo e fanno capire subito chi comanda. 𝐔𝐧’𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐡𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐫: 𝐝𝐚𝐢 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐚𝐢 𝐛𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐞𝐯𝐚𝐥𝐢 Pensavi che il crostino fosse un’invenzione recente, tipo l’avocado toast degli hipster? Sbagliato di grosso! I crostini affondano le loro radici addirittura nell’antica Roma. Durante i banchetti imperiali, la gente mangiava senza piatti individuali (altro che fine dining!) e usava il pane per raccogliere intingoli e salse. Un’idea tanto geniale da sopravvivere al crollo dell’Impero e arrivare dritta nel Medioevo, quando i toscani la presero e la fecero loro, trasformandola in un’arte. La vera svolta avvenne nelle case contadine: con poco da mettere in tavola, non si buttava via niente. Il pane raffermo veniva bagnato con brodo o vino, e sopra ci finivano le frattaglie di pollo, quelle che i signori scartavano con disgusto. Ma i contadini non si persero d’animo, anzi: con l’aggiunta di acciughe, capperi e vino, resero quei fegatini un capolavoro di gusto. E come ogni cosa buona, anche i nobili se ne accorsero. Cominciarono a servire i crostini nelle loro cene di lusso, perché diciamocelo: i ricchi amano fingersi umili, purché il piatto sia preparato da qualcun altro. 𝐔𝐧 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐠𝐮𝐬𝐭𝐨 (𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐯𝐢𝐧𝐨 𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐩𝐚𝐧𝐞) Non esiste un’unica versione del crostino toscano, e chiunque sostenga il contrario probabilmente sta litigando con un altro toscano sulla scelta del vino da usare. C’è chi lo bagna nel brodo, chi usa il Marsala, chi aggiunge il sedano o la milza e chi mette il pepe nero in quantità per far piangere gli ospiti. E poi ci sono i puristi della tradizione, quelli che se sbagli anche solo un passaggio ti guardano con disprezzo, come se avessi insultato la loro amante. Ma alla fine, l’unica cosa certa è che i crostini toscani sono immortali. Sono l’antipasto perfetto per ogni occasione, dal pranzo della domenica alla cena improvvisata con gli amici. Sono la dimostrazione che con pochi ingredienti e un po’ di ingegno si possono creare piatti straordinari. E, soprattutto, sono una scusa in più per aprire una bottiglia di vino. #Riccardofranchini_storie_di_cibo